La Riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile (Avola) è una riserva naturale orientata regionale della Sicilia. L'area si estende per 2700,00 ettari. La riserva è stata istituita nel 1990 (D.A. del 13 luglio) ed è gestita dall'Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.
Essa è attraversata dal fiume Cassibile (l'antico Kacyparis greco), che nel corso dei millenni ha creato una serie di profondi canyon.
Storia
I Siculi, primi abitatori che si conoscono di questo luogo, vi hanno costruito due villaggi rupestri, ancora oggi difficili da raggiungere e divenuti ormai parte del paesaggio.
Intorno al XIII secolo a.C. delle popolazioni della Sicilia sud-orientale, forse spinte da genti italiche più agguerrite, preferirono rifugiarsi in questi luoghi impervi e ben difesi. Si conoscono almeno due villaggi rupestri, quello settentrionale che si nota subito appena ci si affaccia dal belvedere, e quello meridionale, quasi di fronte. Il primo risale ai secoli XI-X a.C., secondo per suggestione solo a Pantalica, in cui si trovano centinaia di tombe a grotticella e gli ipogei paleocristiani scavati nelle pareti, disposti uno a fianco dell’altro, su ben sei differenti livelli paralleli. La foce del fiume Cassibile è un luogo storico, poiché il capitano Demostene nel 413 a.C. con 6.000 Ateniesi dovette arrendersi alla città di Siracusa.
Territorio
Ciò che rende spettacolari le cave a causa dello scorrimento dei corsi d’acqua, è la morfologia del grande canyon di Cava Grande del Cassibile, il Kakyparis dei Greci. Sul versante nord è possibile osservare un piccolo agglomerato di abitazioni rupestri. Nella zona sud si trova un complesso sistema di abitazioni, scavate nella roccia, disposte una accanto all’altra su sei diversi livelli paralleli, collegati tra loro da un sistema di cunicoli e gallerie. Mentre ai margini della riserva, a nord-est, sorgono varie necropoli antiche, nelle quali sono stati trovati ricchi corredi tombali e materiale ceramico: la sua peculiare decorazione, detta piumata o marmorizzata, rientra nell’ambito della cultura Ausonia presente nelle isole Eolie e nella Sicilia orientale intorno al 1.000 a.C.
Flora
La flora di Cava Grande annovera oltre 400 specie vegetali molte delle quali endemiche seppur non esclusive di questo biotopo. Di particolare interesse per l'areale ibleo è il Trachelium lanceolatum( Trachelio siciliano ), altri endemismi: Cymbalaria pubescens (Ciombolino siciliano ), Odontites bocconei (Perlina di Boccone ), Ophrys lunulata(ofride lunulata ), Antirrhinum siculum(Bocca di leone sicilana ), Calendula suffruticosa(fiorrancio fulgido). Con areale mediterraneo troviamo: Chamaerops humilis(palma nana ), Teucrium fruticans(camedrio femmina ), Sarcopoterium spinosum(Spinaporci ), Salvia triloba(Salvia triloba), Phlomis fruticosa(salvione giallo ), Ferulago nodosa(Ferula nodosa ), Anacamptis longicornu(orchide cornuta ), la rara Ophrys exaltata(Orchidea ) ed il maestoso Platanus orientalis(Platano orientale ). Curiose le presenze del bucaneve (Galanthus nivalis (bucaneve), dell'euforbia delle faggete (Euphorbia amygdaloides(Euforbia delle Faggete ) e della falsa ortica (Lamium flexuosum(Falsa-ortica)); fra le rarità è da segnalare la presenza di una felce tropicale la Pteris vittata(felce).
Fauna
Piuttosto contenuta è la presenza di fauna vertebrata, con eccezioni relative agli uccelli: sono presenti l'endemita codibugnolo di Sicilia (Aegithalos caudatus siculus) e il falco pellegrino (Falco peregrinus) che solo di rado nidifica in Sicilia. D'altra parte, vi sono vertebrati che, nell'ambito del territorio ibleo, potrebbero vivere e vivono solo nella cava: l'istrice (Hystrix cristata), la martora (Martes martes), la testuggine terrestre (Testudo hermanni hermanni) e quella d'acqua (Emys orbicularis), il colubro leopardino (Elaphe situla), il discoglosso (Discoglossus pictus pictus), la raganella (Hyla intermedia), oltre a numerosi rapaci diurni e notturni. Tra gli invertebrati merita una nota il granchio d'acqua dolce Potamon fluviatile
Essa è attraversata dal fiume Cassibile (l'antico Kacyparis greco), che nel corso dei millenni ha creato una serie di profondi canyon.
Storia
I Siculi, primi abitatori che si conoscono di questo luogo, vi hanno costruito due villaggi rupestri, ancora oggi difficili da raggiungere e divenuti ormai parte del paesaggio.
Intorno al XIII secolo a.C. delle popolazioni della Sicilia sud-orientale, forse spinte da genti italiche più agguerrite, preferirono rifugiarsi in questi luoghi impervi e ben difesi. Si conoscono almeno due villaggi rupestri, quello settentrionale che si nota subito appena ci si affaccia dal belvedere, e quello meridionale, quasi di fronte. Il primo risale ai secoli XI-X a.C., secondo per suggestione solo a Pantalica, in cui si trovano centinaia di tombe a grotticella e gli ipogei paleocristiani scavati nelle pareti, disposti uno a fianco dell’altro, su ben sei differenti livelli paralleli. La foce del fiume Cassibile è un luogo storico, poiché il capitano Demostene nel 413 a.C. con 6.000 Ateniesi dovette arrendersi alla città di Siracusa.
Territorio
Ciò che rende spettacolari le cave a causa dello scorrimento dei corsi d’acqua, è la morfologia del grande canyon di Cava Grande del Cassibile, il Kakyparis dei Greci. Sul versante nord è possibile osservare un piccolo agglomerato di abitazioni rupestri. Nella zona sud si trova un complesso sistema di abitazioni, scavate nella roccia, disposte una accanto all’altra su sei diversi livelli paralleli, collegati tra loro da un sistema di cunicoli e gallerie. Mentre ai margini della riserva, a nord-est, sorgono varie necropoli antiche, nelle quali sono stati trovati ricchi corredi tombali e materiale ceramico: la sua peculiare decorazione, detta piumata o marmorizzata, rientra nell’ambito della cultura Ausonia presente nelle isole Eolie e nella Sicilia orientale intorno al 1.000 a.C.
Flora
La flora di Cava Grande annovera oltre 400 specie vegetali molte delle quali endemiche seppur non esclusive di questo biotopo. Di particolare interesse per l'areale ibleo è il Trachelium lanceolatum( Trachelio siciliano ), altri endemismi: Cymbalaria pubescens (Ciombolino siciliano ), Odontites bocconei (Perlina di Boccone ), Ophrys lunulata(ofride lunulata ), Antirrhinum siculum(Bocca di leone sicilana ), Calendula suffruticosa(fiorrancio fulgido). Con areale mediterraneo troviamo: Chamaerops humilis(palma nana ), Teucrium fruticans(camedrio femmina ), Sarcopoterium spinosum(Spinaporci ), Salvia triloba(Salvia triloba), Phlomis fruticosa(salvione giallo ), Ferulago nodosa(Ferula nodosa ), Anacamptis longicornu(orchide cornuta ), la rara Ophrys exaltata(Orchidea ) ed il maestoso Platanus orientalis(Platano orientale ). Curiose le presenze del bucaneve (Galanthus nivalis (bucaneve), dell'euforbia delle faggete (Euphorbia amygdaloides(Euforbia delle Faggete ) e della falsa ortica (Lamium flexuosum(Falsa-ortica)); fra le rarità è da segnalare la presenza di una felce tropicale la Pteris vittata(felce).
Fauna
Piuttosto contenuta è la presenza di fauna vertebrata, con eccezioni relative agli uccelli: sono presenti l'endemita codibugnolo di Sicilia (Aegithalos caudatus siculus) e il falco pellegrino (Falco peregrinus) che solo di rado nidifica in Sicilia. D'altra parte, vi sono vertebrati che, nell'ambito del territorio ibleo, potrebbero vivere e vivono solo nella cava: l'istrice (Hystrix cristata), la martora (Martes martes), la testuggine terrestre (Testudo hermanni hermanni) e quella d'acqua (Emys orbicularis), il colubro leopardino (Elaphe situla), il discoglosso (Discoglossus pictus pictus), la raganella (Hyla intermedia), oltre a numerosi rapaci diurni e notturni. Tra gli invertebrati merita una nota il granchio d'acqua dolce Potamon fluviatile